Da domani, 9 dicembre 2024, il videogame “Indiana Jones and The Great Circle” (in italiano “Indiana Jones e l’Antico Cerchio“) sbarcherà sia su XBOX Serie X|S e XBOX Game Pass Ultimate sia su PC (Steam e Microsoft Store). Il videogioco vede tra i protagonisti Alessandra Mastronardi nel ruolo della giornalista Gina Lombardi: l’attrice, in un’esaustiva intervista, racconta aneddoti sul videogame e sulla sua esperienza da gamer:
Il 9 dicembre, su Xbox e pc, arriverà Indiana Jones e l’Antico Cerchio, il nuovo videogioco di Machine Games e Bethesda. Ambientato alla fine degli anni Trenta, riprende buona parte degli elementi che hanno reso famoso Indiana Jones: il mistero, lo scontro con i nazisti; la corsa contro il tempo, un viaggio tra paesi e città diverse; il brivido della sfida e dell’avventura. Nel cast di attori, insieme a Troy Baker (The Last of Us) che presta la sua voce al protagonista, c’è anche Alessandra Mastronardi (Master of None, One Trillion Dollars, To Rome With Love, I Medici) che interpreta la giornalista Gina Lombardi.
Per Alessandra lavorare a un videogioco è stata una scoperta continua. Non si aspettava un mondo simile, con questo livello di segretezza. La prima volta che ha fatto il provino per il suo ruolo non sapeva nemmeno di che titolo si trattasse. Glielo hanno detto solamente dopo, e ne è stata felicissima. L’impegno sul set, racconta, non è stato poi così diverso da altre esperienze che ha fatto in passato. La più grande differenza è stata l’assenza totale di costumi e di scenografie, mentre la cosa più strana è stata dover girare la propria morte.

Come sei arrivata a questo ruolo?
“Come si arriva a un qualunque ruolo. Mi hanno chiamato per fare un provino, e l’ho fatto su Zoom. Una novità positiva rispetto ai tanti self-tape di questo periodo. Oramai, per lavorare all’estero, sembra che non ci sia nessun altro modo. E invece questo provino è stato fatto vis-a-vis con uno dei due registi perché voleva vedere la mia mimica facciale”.
Ed è stato diverso, sotto questo punto di vista?
“In parte sì, perché al cinema tendiamo sempre a tenere a freno la nostra espressività, per non esagerare. Invece in un videogioco è fondamentale e bisogna addirittura accentuarla”.
Recitare in un videogioco era una cosa che volevi fare?
“Ti posso dire la verità?”
Certo.
“La mia ultima console è stata la PS2. (ride, ndr) Poi ho giocato con la Xbox di amici e con il pc. E ti dico di più. Non sapevo che i nuovi videogiochi avessero così tante cinematic”.
No?
Perché?
“Perché è recitazione a 360°, ma non è solamente teatrale. È qualcosa che va oltre. Quando sei sul set di un videogioco, non hai niente. Non hai né trucco né un costume – e i costumi, spesso, sono fondamentali per calarsi nella parte. Indossi una tutina, hai dei puntini disegnati sulla fronte e sulle guance e una microcamera puntata sulla faccia, all’altezza degli occhi. Per me è stato assolutamente alienante, soprattutto nei primi sei giorni di riprese”.
E il set?
“Il set non esiste. Sei in una stanza vuota. Le porte sono delle cornici da attraversare o delle ante semplicissime con delle pseudo-maniglie. Gli oggetti sono tutti vuoti. Tu, come attore, devi usare tanta immaginazione. Ma tanta. (ride, ndr)”
Le riprese hanno seguito la storia del videogioco o c’è stato un piano di lavorazione diverso ogni giorno?
“L’unica cosa che abbiamo seguito con attenzione sono stati i vari quadri del gioco e le ambientazioni geografiche. Questo videogioco si divide tra Roma, nel Vaticano, il Polo nord e l’Egitto. Dentro i quadri, le scene cambiano e non c’è stato quasi mai un andamento cronologico nelle riprese”.
C’è l’ulteriore esperienza alienante di dover fare solo le espressioni del tuo personaggio? Senza battute, senza situazioni da ricreare.
“Abbiamo fatto delle sessioni dedicate, sì. Il mio personaggio, Gina, è uno dei pochi ad avere le stesse sembianze di chi lo interpreta. Indiana, per dirti, ha la faccia di Harrison Ford e Troy Baker che l’ha interpretato è completamente differente. Ho fatto l’esperienza di entrare in questa palla enorme, con non so quante telecamere, dove mi è stato chiesto di fare determinate espressioni. Un sorriso, prima più piccolo e poi più grande; stringere gli occhi, muovere la faccia in un certo modo. Ci sono state anche delle sequenze in cui ci siamo limitati a doppiare i personaggi, perché erano già stati ricreati al computer grazie alla simpatica IA”.
Come si convive con l’idea di avere una propria copia, fedele al 100%, conservata da qualche parte in un computer?
“Per fortuna abbiamo firmato tremila copyright. (ride, ndr) Quando ne ho parlato con Machine Games, mi hanno fatto notare che ora ci sarà per sempre un’immagine della me stessa a 35 anni. Il personaggio di Gina è anche più grande rispetto a come appare. Ed è anche più alta di me, visto che deve affiancare un personaggio con le sembianze di Harrison Ford. Poi sono stati cambiati i capelli, che hanno un taglio anni Trenta, e altre cose. Però sostanzialmente sono io”.

Come mai nella versione italiana non sei stata tu a ridoppiarti?
“La verità è che queste cose richiedono molto tempo e quando è arrivato il momento del doppiaggio italiano, che è stato programmato in un momento successivo rispetto al doppiaggio inglese, io ero già su un set, a girare, e non potevo liberarmi. Ma ho visto qualcosina della versione italiana. E sono sicura che Gaia Bolognesi, la doppiatrice, ha fatto un ottimo lavoro”.
In molti, oramai, giocano ai videogiochi in lingua originale. Magari aggiungendo giusto i sottotitoli in italiano.
“In originale, secondo me, ci sono delle cose molto interessanti. Al di là di quello che ho fatto io, Troy Baker si è impegnato tantissimo per arrivare allo stesso tono di voce di Harrison Ford. Ha fatto un lavoro pazzesco. Se chiudevo gli occhi, mi sembrava di essere davvero vicina a Harrison Ford”.
Gina, il tuo personaggio, è una giornalista con una storia e un passato precisi. Se solitamente, per un ruolo in un film o una serie, studi e ti informi e raccogli materiale, questa volta come ti sei preparata?
“Fondamentalmente nello stesso modo. Il lavoro di preparazione è identico. Non so se succede per tutti i videogiochi, ma in questo caso abbiamo avuto due registi: uno che si è occupato unicamente del lato tecnico e del gameplay, e l’altro invece delle cinematic e della recitazione. E abbiamo fatto le prove come in uno spettacolo teatrale. Abbiamo lavorato sulla voce e ci siamo riscaldati. L’unica grandissima differenza è stato il set”.
Quanto è durata la lavorazione?
“Due anni”.
Immagino con diverse interruzioni.
“Sì, certo. (ride, ndr) Abbiamo fatto delle sessioni diverse. Una volta per qualche settimana, un’altra volta per un mese. Ci abbiamo messo due anni… anzi no, scusami: ci abbiamo messo tre anni per finire tutto. Per dirti: l’ultima sessione di doppiaggio l’ho fatta pochi giorni fa (l’intervista è stata fatta il 28 novembre, ndr)”.

Prima dell’annuncio al pubblico, tu sapevi già del videogioco e della sua storia. È stato difficile mantenere il segreto?
“Difficile no, anche perché abbiamo firmato non so quanti NDA (accordo di non divulgazione, ndr) e quelli ti aiutano tanto a entrare nel mood giusto. (ride, ndr) Per un momento, ho pensato di dover andare alla Casa Bianca o al Pentagono. Quando ho fatto il provino, però, non sapevo nemmeno che fosse per un videogioco di Indiana Jones”.
E quando l’hai scoperto come hai reagito?
“Sono stata felicissima. Se non posso recitare in uno dei film della saga, mi sono detta, questa è un’ottima alternativa. Mentre aspettavamo ulteriori dettagli ci sentivamo tutti tranquilli. Machine Games è una delle case videoludiche più grandi e importanti al mondo. Sapevamo di poterci fidare”.
Qual è il tuo film preferito di Indiana?
“I predatori dell’arca perduta”. Ma perché l’ho visto con mio padre, ci sono molto affezionata. Ho questa immagine in mente di noi due sul divano, con una coperta sulle gambe. Mi ricordo anche che facevo continuamente domande a mio padre. Volevo essere come Indy”.
Prima mi hai detto che ti sei fermata alla PS2 come console.
“Sì”.
Qual è l’ultimo gioco che hai giocato dall’inizio alla fine?
“Harry Potter e la camera dei segreti. Lo so, lo so: sembra una cavolata. Ma non riuscivo a staccarmi. E poi ho giocato a Gran Turismo con i miei amici. Su pc, invece, ho giocato a Tomb Raider. E avevo tutti i codici e tutti i segreti per andare avanti veloce e per non morire ogni volta… Mi ricordo che morivo sempre nei livelli con le trappole che ti facevano cadere in acqua. Ho giocato molto anche a Street Fighter. E ti devo dire una cosa”.

Dimmi.
“Riconosco dal tuo accento che sei di Napoli… (ride, ndr)”
Sì.
“Ecco, a Napoli, come saprai, negli anni Novanta c’erano i pezzotti. E io mi ricordo che una volta mio padre mi portò questo gioco, terribile… Non mi ricordo nemmeno qual era… Ah sì, Oddworld! Lo conosci?
Ci sono stati diversi capitoli.
“Io mi sono fermata al primo. Mamma mia, quanto lo odiavo. Non ci volevo giocare. Non mi piaceva”.
Adesso immagino che tornerai a giocare, almeno a questo Indiana Jones.
“Be’, per forza: è l’unico modo che ho per vedere il lavoro che abbiamo fatto”.
Non ti hanno mandato un montaggio delle cinematic?
“No, non mi hanno mandato niente. Ho visto giusto qualcosina qualche settimana fa nel trailer. Quando giravamo, ci facevano vedere degli studi delle scenografie e delle ambientazioni. Erano bozze, tutte in 3D. Nient’altro”.

Credo che ti manderanno una copia omaggio.
“Devo ricordarmi di chiederla. (ride, ndr)”
Oggi l’industria videoludica è una delle più importanti al mondo. Come attrice, credi che questa possa essere una nuova opportunità per il tuo lavoro?
“Ne abbiamo parlato tante volte sul set, anche con Troy. La nostra più grande preoccupazione, come attori, è quella di essere sostituiti da un computer. L’intelligenza artificiale è veramente avanzata, e fa quasi paura. I videogiochi sono una palestra meravigliosa. Sono impegnativi. La post-produzione è lunghissima. E ti dico: non mi dispiacerebbe riprovarla come esperienza. Sono convinta che ci sia spazio anche per gli italiani. Lavorando a Indiana Jones, ho scoperto che non c’è solo l’America. Ci sono pure altri paesi con un’industria videoludica molto forte e ricca. Machine Games, per esempio, è svedese”.
Quello dei videogiocatori è un pubblico molto – molto – appassionato. È un aspetto su cui hai riflettuto questo?
“Sì, e spero davvero che il gioco possa piacere proprio per evitare una valanga di critiche. (ride, ndr) In più, c’è pure il pubblico affezionato di Indiana Jones. E ti dico: la capisco la passione dei giocatori. Perché quando giochi sei tu che muovi un personaggio, sei tu che vivi una storia; sei tu che fai una certa esperienza. Ed è normale volere che quella esperienza sia bella”.
Qual è stata una delle sessioni più divertenti a cui avete lavorato?
“Quella in cui abbiamo dovuto registrare la nostra morte. Perché tra le varie scelte c’è pure questa. Volendo, per dirti, Indiana può far morire Gina. (ride, ndr) Mi sa che mi devo comprare qualche corno, uno di quelli piccoli e rossi…”
E com’è la tua morte? Una pacata, silenziosa, o piena di urla?
Per esempio?
“Per esempio sente il bisogno continuo di ripetere che è una giornalista. E poi ci sono i vari reminder per il giocatore”.
Cioè?
“Be’, a un certo punto il giocatore potrebbe allontanarsi per andare al bagno o per fare altro. E allora abbiamo girato delle scene in cui Gina rimane immobile. Oppure si muove pochissimo: un po’ a destra, un po’ a sinistra; un’espressione diversa, un sospiro. E intanto il giocatore è chissà dove a farsi i fatti suoi… (ride, ndr)”
Gina parla anche in italiano?
“Spesso, sì. Ci tenevano moltissimo. Gina chiama Indy strambo. E lo fa in continuazione. Io ho provato a spiegare che è una parola un po’, ecco, vecchia… Ma la storia è ambientata negli anni ‘40, quindi ci sta. E poi Gina ha una fissazione con la frusta”.
In che senso?
“‘Mi passi la frusta? Usi la frusta?” Lo chiede continuamente. Una cosa meravigliosa”.
Fonte: Finalround.it
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Grazie a questa fantastica intervista ora conosciamo il punto di vista di Alessandra su “Indiana Jones e l’Antico Cerchio”, ma adesso è arrivato il momento di scoprire cosa ne pensa il pubblico della performance dell’attrice e del personaggio di Gina: ecco alcune recensioni direttamente dal web!
“Per gran parte dell’avventura Indiana è accompagnata da Gina Lombardi, interpretata meravigliosamente da Alessandra Mastronardi. La dinamica di Gina con Indy funziona brillantemente, sia in termini di gameplay che di storia, e ha reso la Lombardi una delle mie compagne d’avventura preferite del franchise“.
– Siliconera.com“Gina Lombardi, interpretata da Alessandra Mastronardi, è una compagna d’avventura fantastica per Indiana Jones,“.
– Gamerant.com“L’interpretazione di Gina, la compagna di Indy, da parte di Alessandra Mastronardi è memorabile. Gina non è solo una spalla; è un personaggio completamente realizzato, con scopi ben definiti e un ruolo centrale nell’arco emotivo della storia. La sua dinamica con Indy è uno dei punti salienti del gioco e offre divertimento, tensione e un cameratismo genuino che aggiungono profondità alla narrazione di Indiana Jones e l’Antico Cerchio“.
– Cgmagonline.com“Gina Lombardi è un’elegante aggiunta alla lista delle “Ragazze di Jones”, e la sua fiducia in se stessa e la grazia che mostra all’interno della narrativa del gioco la rendono un personaggio davvero meraviglioso“.
– Press-start.com.au“Gina, la comprimaria con le fattezze della nostra Alessandra Mastronardi è molto credibile nel suo approccio ironico e spesso sarcastico”.
– Multiplayer.it“È una gioia vedere come si evolve la chimica tra Indy e la sua compagna di viaggio, Gina Lombardi, interpretata da Alessandra Mastronardi. Non credo che sarò l’unico ad affermare che Gina è la mia nuova videogame crush“.
– Inverse.com“Gina è spiritosa, misteriosa e indipendente tanto quanto il dottor Jones, ed è interpretata in modo magistrale dall’attrice Alessandra Mastronardi“.
– Engadget.com“I personaggi in Indiana Jones e l’Antico Cerchio sono caratterizzati in modo eccezionale, in particolare Gina Lombardi (interpretata da una fantastica Alessandra Mastronardi)“.
– Wccftech.com“Alessandra Mastronardi è formidabile nel ruolo della giornalista investigativa italiana Gina Lombardi, soprattutto quando lancia frecciatine a Indy nel corso dell’avventura“.
– Mmorpg.com“Alessandra Mastronardi offre una grande interpretazione di Gina. Si vede che c’è chimica tra lei e Indy. Gina non si sente mai come una dama in pericolo“.
– Gaming-age.com
Chiudiamo il post mostrandovi alcuni screen di Gina Lombardi (Alessandra Mastronardi) in “Indiana Jones e l’Antico Cerchio”: