Ieri, durante il fashion show Autunno/Inverno 2018-19 della casa di moda Falconeri, Alessandra Mastronardi è stata intervistata da Vanity Fair Italia: ecco cos’ha confidato l’attrice al magazine!
I voli presi non li conta più, ma l’attrice, che da «I Cesaroni» è arrivata all’America di Woody Allen, sa stare con i piedi per terra. Merito di una famiglia che sostiene, ma mette anche in guardia. Entrata nel mondo Falconeri l’abbiamo incontrata alla sfilata della nuova collezione. Tra un aereo e l’altro.
Il grande wall posto sopra la passerella indica i prossimi voli in partenza. Tra gli imbarchi immediati quello per Tokyo, Giappone, dove Falconeri, il brand di cachemire del gruppo Calzedonia, si dice pronto a sbarcare per aprire la sua prima boutique. Siamo a Verona, nell’headquarter del gruppo, che per un giorno si è trasformato in un grande gate aeroportuale dove il banco del check-in ha accolto un vasto pubblico internazionale accorso per assistere alla sfilata del brand, che ha portato in scena la nuova collezione Autunno/inverno 2018-19. All’interno di una sala d’attesa gremita di personaggi noti e un pubblico di viaggiatori, e accanto al nastro dei bagagli che girava ininterrottamente, modelle e modelli hanno svelato il nuovo viaggio di Falconeri, inno caldo e soprattutto colorato all’inverno alle porte. Un susseguirsi di morbidi pantaloni in cachemire, maglioni over multicolor e avvolgenti capispalla hanno trasportato gli ospiti sul filo di un vivace arcobaleno.
Tra i viaggiatori in attesa di salire a bordo, Luca Argentero, riconfermato Brand Ambassador e Alessandra Mastronardi, nuova protagonista di progetti speciali del marchio. Con lei, tra un aereo in partenza e l’altro, abbiamo parlato dei suoi viaggi. Quelli fatti e ancora da fare.
Vanity Fair: A proposito di gate e imbarchi. Lei si è mai trovata all’aeroporto decisa a prendere un volo così, all’ultimo minuto?
Alessandra: «Proprio in aeroporto all’ultimo minuto no, ma prenotare un volo 24 ore prima per andare dall’altra parte del mondo sì, mi è successo»-
Destinazione?
«New York. Me lo ricordo ancora. Era estate, avevo compiuto da poco 18 anni. Io e la mia amica non sapevamo dove andare e una sera le dissi: “domani andiamo a New York. Prenoto io i voli!” Lei rimase scioccata. Mi rispose “ma sei matta!” E io la rassicurai “ma no, dai, costa poco, ho trovato un last minute”. Quando veramente erano last minute! Il giorno dopo eravamo su un aereo diretto verso la Grande Mela. Fu la mia prima volta a New York. Un sogno».
Dopo quel volo, nella sua vita di viaggi ne ha fatti tanti, ma senza dubbio uno dei più belli è quello che da I Cesaroni l’ha portata all’America di Woody Allen, Life, Master of None… si volta mai indietro per vedere quanta strada ha fatto fin qui?
«Sempre. Ed è un problema perché bisognerebbe guardare sempre avanti. A volte è un limite, ma mi aiuta a ricordare da dove sono venuta e ad apprezzare quello che ho oggi. Guardando avanti sei sempre affamato di quello che verrà, e a volte anche un po’ insofferente, ma quando ti guardi indietro e vedi i sacrifici che hai fatto allora ogni tanto ti dici: “beh, dai, non è andata così male.” (ride)».
Beh, modesta! Ma come fa a tenere i piedi sempre così per terra nonostante una carriera così repentina e di successo?
«Il tenere sempre ben saldo il punto da cui sei partita. La mia famiglia è ed è stata un valore aggiunto alla mia formazione e alla mia carriera. I miei genitori non fanno parte di questo mondo, ma è grazie a loro che sono rimasta sempre ancorata a terra perché mi hanno saputo sostenere, ma anche mettere in guardia. “Oggi sei su, domani non lo sai” mi dicevano. “Tieniti pronto un piano B” mi ripeteva sempre mio padre. In fondo quello della recitazione è un mestiere meraviglioso e noi attori siamo fortunati, ma è comunque sempre un mestiere. E va rispettato e coltivato come tale».
Tornando ai viaggi. Oggi inizia quello nel mondo Falconeri. Cosa la lega a questo brand?
«La verità è che sono sempre stata una grande fan oltre che cliente. Quindi quando mi hanno parlato di questa opportunità ero contentissima perché apprezzo moltissimo la filosofia del marchio, l’utilizzo di fibre naturali e le collezioni molto pulite, ma estremamente eleganti e sofisticate che al tempo stesso sanno vestire un pubblico ampio, qualsiasi sia l’occasione».
E della sfilata cosa ci dice?
«Ad ogni capo che usciva continuavo a dire: “ma sono io! Io mi vesto così!”. Così come quando ho visto la tuta in cachemire: “Vedi? La tuta in cachemire è perfetta per i viaggi in aereo” mi dicevo. Ed è così! Io quando viaggio non metto jeans, tacchi, stivaletti. Oltre ad essere scomodissimi allungano i tempi ai controlli. Quindi quando devo prendere un aereo mi vesto il più pratica possibile per evitare che mi facciano togliere di dosso mille strati di vestiti o accessori. E soprattutto per evitare di perdere l’aereo visto che sono perennemente in ritardo!».
C’è un capo che l’ha colpita più di tutti? Magari per le fredde giornate londinesi?
«Più di uno. I pantaloni a palazzo in cachemire che richiamano gli anni Settanta proprio come dettano le ultime tendenze, e il cappotto turtle, solo per dirtene due. Ma l’intera collezione mi è davvero piaciuta tanto. Mi rispecchia molto. E poi è perfetta per la fredda Londra che mi aspetta».
Asse Londra-Roma-Napoli. Qual è casa per lei?
«Dove c’è la mia famiglia. Dove si spostano loro, dove c’è l’amore della mia vita. Quella per me è casa. Più che un luogo fisico è una concezione. Ma è sempre stato così visto che ho sempre viaggiato tanto».
Sui social è attiva, ma non in modo esagerato. Però sebbene mostri poco di lei, sul suo profilo Instagram c’è un link a un video. Quello di un viaggio fatto in Africa. Che valore ha quella esperienza?
«Ha un valore immenso. Infatti è l’unica cosa che c’è sul mio profilo sebbene sia un viaggio fatto qualche anno fa. Pensavo ingenuamente di essere solo ambasciatrice in Sierra Leone e invece è diventato per me un viaggio di vita. A me avevano assegnato il progetto delle bambine madri e delle ragazze violentate. Una realtà molto delicata. Ma porto ancora con me quel viaggio come una delle esperienze più belle ed emozionanti. Quando torni a casa dopo un viaggio del genere rimetti a posto tanti valori».
Tre ricordi belli della sua carriera che metterebbe in valigia e porterebbe sempre con sé.
«L’esperienza con Woody Allen. Lavorare con lui è stato meraviglioso. Quello sicuramente va in valigia. Poi calcare il tappeto rosso dei Golden Globe a New York. Elettrizzante. E la terza memoria racchiude tutti i primi giorni dei miei set. Il primo giorno di set è, ogni volta, come l’esame di maturità. Non dormo la notte, sono agitata, nervosa, perché è sempre una grande emozione. E non ci si abitua mai».
Fonte: Vanity Fair Italia