Da Glamour:”Intervista ad Alessandra Mastronardi, Star di ‘Master of None'”

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L’attrice italiana Alessandra Mastronardi, Star della seconda stagione della commedia americana “Master of None”, ha rilasciato un’interessante intervista a Glamour. Ecco cosa ha raccontato al noto magazine di moda ed attualità:

Alessandra Mastronardi per Chanel – Photo A.Pizzi

*Intervista tradotta dall’inglese

Alessandra Mastronardi e la sua agente mi hanno trovato nella hall del Gramercy Park Hotel [New York] proprio due minuti dopo l’orario concordato per l’intervista. Avevano con sé delle buste e succhi colorati ed erano felicemente agitati come tutti i buoni turisti di New York dovrebbero essere. E, prima che io potessi chiedere qualcosa, mi hanno offerto “Un caffè, un tè, un drink, niente? Sei sicura? Nemmeno un tè?”. La proposta è a tema [con l’intervista]. Se avete visto su Netflix la prima stagione della commedia di successo di Aziz Ansari, “Master of None”, ricorderete che il protagonista, Dev Shah, era ossessionato dal cibo. Quindi è giusto che anche l’attrice che interpreta la sua nuova fiamma nella seconda stagione, l’italiana Alessandra Mastronardi, abbia delle precise opinioni in fatto di cucina. Lei è anche affascinante e si confida con disinvoltura proprio come il suo personaggio. Sarebbe facile parlare con lei tutto il giorno, riguardo qualsiasi cosa – la stessa scoperta che ha fatto anche Dev riguardo Francesca. Naturalmente non abbiamo tutto il giorno, tuttavia utilizziamo i 15 minuti che abbiamo a disposizione per parlare del suo amore per Eataly e “Sex and The City”, il soprannome che ha dato ad Ansari sul set, e il finale ambiguo della stagione [di “Master of None”].

Glamour: Allora, raccontaci, chi è Francesca?

Alessandra Mastronardi: Allora, Dev alla fine della prima stagione, si è trasferito in Italia per imparare come fare la pasta. Ha un piccolo guppo di amici che vive a Modena e anche Francesca vive lì – con il suo fidanzato Pino. Poi, episodio dopo episodio, il rapporto tra di loro cresce sempre di più. In effetti è un po quello che accade anche nella vita reale, quando incontri una persona non pensi immediatamente…se non hai una cotta o qualcosa del genere, non pensi che questa persona possa essere l’amore della tua vita o il tuo prossimo amore. Semplicemente, ti piace la compagnia di questa persona. Poi, improvvisamente, ti rendi conto che in realtà per te significa molto di più. Per quanto mi riguarda, ho voluto dare a Francesca la realtà di una ragazza che si trova in mezzo ad una scelta difficile. Non solo riguardo chi possa essere il ragazzo perfetto per lei, ma anche per ciò che realmente vuole per la sua vita, non solo dal ragazzo accanto a lei. Quindi, anche se alla fine sceglie quello che sceglie, non è un finale felice. È comunque doloroso.

Glamour: Come sei stata coinvolta nella serie? L’avevi già vista? So che c’è Netflix in Italia, ma la serie l’hai guardata?

AM: Abbiamo Netflix, ma da poco, quindi non conoscevo prima [Ansari]. Ero una fan di “Master of None”. Ho visto una parte della stagione quando vivevo qui con il mio amico a L.A., ma l’ho dimenticata. Quindi, quando ho fatto l’audizione, non lo conoscevo propriamente. Ricordo che mi chiese: “Mi conosci?” E io risposi: “No.” E lui disse: “Conosci la storia? Lo spettacolo televisivo?” E io: “Un po’.” Pensavo di aver mandato tutto a voi-sapete-dove, un pessimo inizio. Così abbiamo fatto l’audizione, che prevedeva non solo la lettura della scena [ma anche l’improvvisazione] della scena. Pensavo che fosse un modo veramente fantastico per fare audizioni. Non sapevo che fosse il suo modo di lavorare. Non avevo idea che questo fosse il mio futuro. E ho vinto l’audizione, e ora sono qui.

Glamour: Hai lavorato in Italia, a Londra (dove vivi), e ora in America. Hai notato una differenza nelle industrie [cinematografiche]? Riguardo le riprese sul set, le audizioni ecc…

AM: Beh, sì, ci sono alcune differenze. È che qui [in America] l’industria cinematografica è una vera e propria industria. Questa è la prima grande differenza. Se sono sul set, non posso spostare da sola questo tavolo. Devo chiedere a una persona che deve chiedere ad un’altra persona che a sua volta deve chiedere al capo-reparto degli sceneggiatori se posso spostare la sedia. Ci sono più persone sul se, e il budget, ovviamente, è diverso. Quando ho lavorato per “Life”, la prima volta che sono arrivata sul set, c’era una ragazza alta come me, con il mio stesso colore di capelli e il mio stesso vestito, e [ho chiesto], “Che cosa sta facendo?” “Sta sotto i riflettori!” Ho chiesto: “Sono qui, perché non posso stare io sotto i riflettori?” Mi hanno detto: “No, no, no, puoi aspettare nella Green Room“. Chiesi: “Che cos’è una Green Room?” Stavo cercando una stanza verde. Non sapevo che Green Room fosse semplicemente il nome.

Glamour: Che complicazione!

AM: Stavo cercando una cavolo di stanza verde! Stavo camminando in quell’edificio, un po’ preoccupata perché c’era un’altra ragazza sotto i riflettori, e cercavo una stanza verde. C’era un assistente, l’ho amato, perché ho passato 30 minuti a camminare per l’edificio, e poi mi ha spiegato che la Green Room è una stanza da relax. Noi non l’abbiamo [in Italia]. Noi facciamo ogni cosa. Dobbiamo aspettare i segni, dobbiamo aspettare i riflettori, e in realtà siamo fortunati. Gli americani sono i più fortunati. Puoi rilassarti e pensare agli affari tuoi. Quando facciamo parte della troupe, ci sono cose positive e negative allo stesso tempo.

[A questo punto veniamo brevemente interrotte dalla sua agente, che ci offre un tè ed un caffè. Io declino].

AM: Oh scusa, lo chiediamo troppe volte

Glamour:No, è giusto così!

AM: Siamo italiani. Amiamo vedere le persone mangiare. Vogliamo essere sicuri che tu stia bene. E’ una cosa molto Italiana, come a dire “Stai bene? è tutto ok?”. Noi siamo così, non preoccuparti.

Glamour: È così divertente, gli americani non ti permettono di essere la tua controfigura, ma gli italiani ti danno da mangiare. Un modo diverso di prendersi cura delle persone.

AM: Devo dire che c’è un’altro fantastico elemento sul set americano: l’angolo di ristoro. Della serie che se non riesci a trovarmi sul set sto sicuramente all’angolo di ristoro, perché noi non ce l’abbiamo. Abbiamo colazione e pausa pranzo. Questo è tutto. Forse un pezzettino di pizza (bianca) intorno alle 11. C’è una macchina per il caffè e una macchina da tè. Se muori di fame, il problema è tuo. Vai a comprare un drink o qualcosa da mangiare al bar! Ma qui c’è un angolo di ristoro, ogni volta!

Glamour: Uno dei momenti che preferisco di più del tuo personaggio è quando arriva a New York (dall’Italia) e vuole mangiare cibo italiano.

AM: Sì, è una cosa italiana. Anche mio padre è così. È così italiano che quando è fuori dall’Italia, vuole solo mangiare italiano. È davvero frustrato quando non può avere esattamente quello che vuole.

Glamour: Se vieni qui, [il cibo] non sarà buono allo stesso modo!

AM: E’ da 30 anni che cerco di spiegarlo a mio padre. Siamo veramente viziati. Ma qui a New York ci sono molti buoni ristoranti italiani. Anche la pizza è buona. E avete Eataly! È fantastico. Quando lavoravamo qui e mi mancava l’Italia, andavo da Eataly e compravo alcune cose. Lo adoro.

Glamour: Vi siete divertiti sul set?

AM: E ‘stato davvero divertente. A volte era difficile stabilire quand’è che stavamo girando e quand’è che ci divertivamo. Questo modo di lavorare era assolutamente nuovo per me, questa improvvisazione per tutto il tempo. Sono innamorata di Eric [Wareheim, che – in Master of None – interpreta l’amico di Dev, Arnold]. Lo amo, gliel’ho detto. Tutto quello che dice mi fa ridere, anche se mi guarda e poi dice: “Ciao” io rido. E lui è davvero bravo come regista, perché è stata la mia prima esperienza con una commedia e in un’altra lingua. La commedia è una cosa così privata. Non è sempre facile tradurre qualcosa di divertente da una lingua all’altra. È molto personale e culturale. Quindi Eric mi ha aiutato molto. Mi ha detto: “Fai questo in questo modo”, ma sempre in un modo veramente, veramente, veramente, veramente amichevole.

Glamour: Hai visto il suo spettacolo “Tim and Eric”? È strapieno di uomini.

AM: Sì, scherzano anche in questa stagione. Voglio dire, dai, possiamo dirlo. Ma è davvero divertente. Non so se ti ricordi la prima stagione, c’è un episodio in cui [Arnold] va a controllare un divano che deve comprare – o deve vendere – e ricordo proprio che stava saltando sul divano o ne era innamorato. Gli ho chiesto di (ri)farlo per me perché era così divertente. Ed è così divertente.

Glamour: Tu e Dev avete una storia d’amore davvero tragica. Siete fatti l’uno per l’altra, ma tu sei impegnata con qualcun altro e vivi in Italia. È così triste!

AM: È così triste. Hai guardato l’ultimo episodio?

Glamour: ho cercato di farlo! Sono uscito dal tempo. Lo guarderò subito dopo.

AM: È uno dei miei preferiti, il decimo episodio. Devo dire che non ho guardato tutti gli episodi, ma conosco il copione. Sono così curiosa di vedere il decimo e quello riguardo New York [“New York, ti amo”]. Penso che sia una grande idea lasciar fuori i personaggi principali e racconti solo la città. Quell’episodio è uno dei miei preferiti perché mostra quanto Aziz e Alan [Yang, co-creatore di “Master of None”] amino New York e quanto amino i newyorkesi. È un messaggio d’amore per la città. Ed è veramente bello perché non appare nemmeno uno di noi nell’episodio. Non so se sia mai successo prima. Non credo. È come guardare “Sex and The City” senza [Charlotte, Carrie, Miranda e Samantha].

Glamour: Hai visto “Sex and the City”?

AM: Certo! Che domande!

Glamour: Beh, se hai solo Netflix … non so …

AM: Ne sono ossessionata, seriamente. Io e tutti i miei amici. È una sorprendente, sorprendente, stupenda e incredibile serie. Sono cresciuta con “Sex and The City”. Avevo il cofanetto di DVD. Non so quante volte l’ho riguardata dall’inizio alla fine. Quando sono triste, ho rotto con il mio ragazzo oppure ho avuto una giornata difficile so esattamente quale episodio scegliere. Penso di essermi innamorata di New York a causa di “Sex and The City”.

Glamour: Quando è stata la prima volta che hai visitato New York?

AM: A 18/19 anni. Ecco perché sono impazzita la prima volta che sono entrata nella [farmacia] CVS.

Glamour: Oh, e così [la scena di Master of None in una farmacia] è basata su di te?

AM: Poche cose, purtroppo, sono basate sulla mia vita. Aziz e io stavamo costruendo il personaggio insieme, il che era veramente fantastico. Voglio dire, sapeva che direzione far prendere alla storia, ma voleva creare il personaggio con me. E mi ha detto: “Beh, io sono americano e vivo a New York. Sinceramente non so quali emozioni proveresti [se provenissi da un altro paese]”. Così abbiamo iniziato a parlare e ogni volta che gliene parlavo lui era del tipo: “Cosa?! No?! Davvero?!” E così è venuta fuori la scena della CVS. Molte scene, in realtà.

Glamour: cosa hai fatto nel tempo libero quando eri a New York?

AM: Sono andata in giro. Non so quanti chilometri ho percorso quando ero qui. Mi piace molto New York, quindi è stato un grande dono, soprattutto perché abbiamo iniziato [le riprese] a settembre e terminato a dicembre. Penso che il periodo più bello sia stato quello di settembre, e poi è arrivato il periodo Natalizio! E poi c’è stato Halloween, e la torta di zucca è arrivata. No, ma seriamente?

Glamour: Cosa pensi riguardo il (Giorno del) Ringraziamento?

AM: Mi piace tantissimo, ma voi non mangiate nulla di salato. Tutto è dolce, anche il tacchino. Una famiglia – siccome io ero da sola – mi ha detto:”Vieni con noi”. E’ stata una cena lunghissima, enorme. Per me, la cena è alle otto. E quando mi hanno detto: “Dobbiamo cenare alle tre” io ho risposto: “Che cosa?!”

Glamour: Quindi la cena americana inizia presto rispetto alla cena italiana, ma la cena del Ringraziamento inizia – per qualche motivo – ancora prima di quella americana?

AM: Inzia alle TRE! Hanno cominciato a mangiare alle tre! Io ho detto: “Ragazzi, no, sono italiano, non può funzionare.” Abbiamo iniziato a mangiare alle tre e terminato alle 23:30. Ero così piena di cibo, non potevo muovere un dito. Era così divertente. Ma avevo davvero bisogno di qualcosa di salato, quindi sono tornata a New York – eravamo a nord di NY – e ho comprato le patatine fritte perché avevo bisogno di sale. Ero disperata.

Glamour: E ora fai anche la modella?

AM: No, sono troppo bassa. Sono un’ambasciatrice italiana di Chanel.

Glamour: Oh, capisco. Ma va bene perché Aziz è basso. Nelle scene insieme, rientrate nella stessa inquadratura.

AM: Mi dice sempre: “Sei bassa”. E io sono del tipo:”Parli tu?”

Glamour: Ed Eric è così alto. Amo il modo in cui appaiono insieme.

AM: In Italia diciamo l’articolo perché abbiamo “il, lo, la, le”, e quando lo scrivi …. [Prende la mia penna e scrive: “il.”] Ecco loro. Aziz [la “i”] e Eric [la “l”]. E’ una cavolata. Ma sono veramente “carini” insieme. “Il piccolo” lo chiamavo, piccolino.

[A questo punto ho spento il mio registratore, perché la nostra conversazione stava per finire. Ho promesso di farle sapere cosa pensavo dell’episodio finale, ma mi ha detto di non dire nulla perché nonostante ciò che mi aveva detto in precedenza, non sapeva come finisse! Sorpresa! Ecco la nostra conversazione registrata, qui sotto.]

AM: C’erano tre finali diversi, quindi non lo so. Ne abbiamo parlato molto. Abbiamo girato due finali diversi. Ne erano previsti tre sul copione, ma ne abbiamo girati due. Non so quale – Ansari – abbia scelto.

Glamour: Quando lo scoprirai?

AM: Penso quando tornerò a Londra. Nella mia stanzetta, con le cuffie, guarderò ogni episodio da sola, probabilmente mangiando il gelato o i popcorn, dipende. Mangerò il gelato se accadrà qualcosa di terribile e popcorn se sarò felice.

Glamour: Perché ti piacciono i cibi salati! C’è una scena nello spettacolo dove dici “Abbiamo bisogno di un cibo da film”. È da te?

AM: Sì, quello è cibo da film. Se è qualcosa di drammatico, cioccolato. Se è una commedia, popcorn.

Glamour: È una cosa italiana o sei proprio tu?

AM: È la mia stupidità. È la mia follia.

Glamour: Metti mai la caramella nei popcorn?

AM: Questa è una cosa che fa il mio ragazzo e ora ne sono ossessionata. Perché così mangiamo salato, non salato e dolce. Abbiamo il cibo salato e quello al burro. Non ci mettiamo tutte le cose cremose che voi ci mettete dentro. Ma il mio ragazzo ci ha messo una volta dei piccoli Maltesers, palline di cioccolato, e ne sono ossessionata adesso. Anche se a volte si sciolgono e basta, quindi se ne prendi una ti sporchi le mani. Ma è veramente buono lo stesso.

Glamour: C’è un modo in cui speri che finisca? Gli scriverai e gli dirai “Aziz, hai scelto il finale sbagliato”.

AM: Sì, in realtà ho una preferenza. Mi piace il finale che abbiamo girato. Va bene, te lo dirò. È in un letto. Siamo entrambi a letto, ed è notte. Ovviamente, qualcosa è accaduto prima, ma non facciamo vedere  nulla e io sono tornata. Stavo per andarmene con [il fidanzato di Francesca] Pino, e sono tornata. E poi durante la notte, lei si sveglia e si avvicina alla finestra. Lui si sveglia e si mette alla finestra da solo. E’ un finale davvero molto tristi. Sono insieme, ma non sono felici. Mi piace questo tipo di finale perché ti dà la possibilità di scegliere cosa succederà il giorno dopo. Non è facile, quando devi fare una scelta riguardo qualcosa di così importante, essere felici in un attimo. Quando vedi un film e c’è un finale felice, non è reale. Perchè quando fai una scelta, sei felice di aver scelto, ma al tempo stesso, ferisci una persona ed è come se avessi perso tutto. Non è così facile. Quindi questo è quello che preferisco.

Glamour: È come la fine di “The Graduate”. Stanno insieme, ma non sono felici, e lei ha appena lasciato il suo fidanzato.

AM: Ci sono tanti piccoli … come dite in inglese? In francese direi “Homage”.

Glamour: Diciamo solo così. Non abbiamo una traduzione per questa parola.

AM: Davvero internazionale! Questa serie omaggia molti film. C’è “The Graduate” alla fine, “Ladri di biciclette” all’inizio. E un sacco di [Michelangelo] Antonioni, perchè [Ansari] ama Antonioni, e questo è stato davvero uno shock per me, perché non so nemmeno quanti attori o persone della mia generazione conoscano Antonioni. C’è una grande scena in cui [Dev] si vede fare una scena di Antonioni, nella bufera, ed è veramente bella perché è una scena di uno dei miei film preferiti. Questa è la mia attrice preferita, è italiana. E’ Monica Vitti. Lei è la migliore. Ora è malata, ma lei è la migliore. E sì, è così!

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